Ma quale legge elettorale! Occorre un nuovo codice di comportamento

Da mesi si “tifa”, ovvero si declama la necessità di una nuova legge elettorale, ma nei fatti quella pestilenza tutta italiana che si riassume nel “attacchiamoci alle poltrone” sembra non voler modificare di un millimetro lo stato delle cose.

Prima di guarire la patologia innanzi ricordata, occorrerebbe un corso intensivo che punti l’indice su un reale processo di moralizzazione dell’homo italicus, il quale inebriato ovvero ubriaco di relativismo inarrestabile e dal motto “facciamoci i fatti nostri”, non vuol saperne di cambiare registro ed al contrario gozzoviglia nelle segrete stanze del potere, barattando leggi e leggine ad hoc per gli amici degli amici.


La politica oramai è un “mondo a parte”, avulsa dai patemi e dalle sofferenze di un popolo narcotizzato dalla mattina alla sera da quel “circo mondialista” chiamato televisione, che rimbambisce i poveri utenti, illusi da quello strizzacervelli che tutto sembra, fuorché un contenitore pronto a dispensare principi di sana educazione.

La deriva della politica non è altro che il riflesso sprezzante di una società bieca ed inconsistente che di giorno in giorno rincorre il male con autolesionistica ostentazione. Manca la lucidità per assumere decisioni miranti al recupero di un minimo di credibilità che incardini nuovi presupposti per un futuro disintegrato dall’incoscienza e dal servilismo cronico mostrato dal politicastro di turno, alle alte sfere della Finanza Internazionale.

Nel frattempo, come se non bastasse, si attacca con una virulenza inaudita la Chiesa Cattolica, costretta all’angolo da un pugile, nella fattispecie il governo, da sempre irrispettoso delle regole del gioco e che nel contempo si avvale della “tattica” dell’ICI per poter stanare ulteriormente le deboli resistenze del mondo ecclesiastico, ultimo avamposto, nel bene e nel male, della debacle relativista. Non nascondiamocelo per favore! Il problema sta nell’uomo e sul suo grado di corruttibilità che non ha eguali nelle altre specie in natura, il quale invece di parlare, ovvero di proporre soluzioni concrete (vedi proprietà popolare della moneta), blatera senza alcun costrutto. Se non si interviene su di esso non ci saranno leggi elettorali che tengano.

A tal proposito c’è da chiedersi: cosa si è fatto realmente per cambiare in misura radicale il corso degli eventi?

Quante volte si dice, con superficialità, che occorre un ricambio generazionale che metta in soffitta la politica obsoleta ed improduttiva di questi ultimi decenni?

Ma la cosa che più fa letteralmente rabbrividire, nel parlare di giovani, è che stiamo allevando una generazione di “mostri” con dosi massicce di Grande Fratello, Isola dei Famosi e tanta altra spazzatura di tale tenore, che di certo non fa dormire sonni tranquilli. Utilizzando un termine molto in voga nel linguaggio informatico bisognerebbe “resettare” tutto, ricominciare daccapo, costruendo un nuovo codice di comportamento consono ad una società civile.

Ne abbiamo più il tempo?…

Gianluigi Mucciaccio