Sperperi della Regione Siciliana: bloccate le autorizzazioni per le missioni all’estero
Bruxelles, 12 settembre 2007
Nel ricordo del dott. Emilio Morina, chirurgo siciliano della diaspora che viveva negli Stati Uniti e che tanto si era adoperato per la comunità emigrata, L’Altra Sicilia, al servizio della Sicilia e dei Siciliani della diaspora, ha fatto suo il motto «Chiù dugnu, chiù sugnu», compendio della generosità e dell’onestà di un popolo che le vicende della diaspora hanno diviso e frammentato.
Sconvolto non soltanto da terremoti e carestie, ma soprattutto da malgoverno e da una classe politica incapace e che risponde solo ai suoi interessi personali e, in subordine, a quelli di partito, il Popolo Siciliano ha subito una profonda metamorfosi. Un disastro fisiologico e culturale che ha fatto la fortuna dei tanti e ha costretto molti, i più coraggiosi forse, ad abbandonare la sua Terra.
Cosi’ L’Altra Sicilia, nella sua lunga lotta per la presa di coscienza dei siciliani e per la riaffermazione dell’amore verso una terra che vorremmo libera da lanzichenecchi e postulanti, non puo’ non compiacersi diella decisione letteralmente “estorta ” al sig. Gianfranco Miccichè, presidente dell”Assemblea dello Stato Regionale di Sicilia, costretto in data 5 settembre a bloccare le autorizzazioni per le missioni all’estero.
Leggi il comunicato della presidenza
Viene cosi’ messo un freno almeno, e dietro le insistenze de L’’Altra Sicilia, e non di un deputato della confraternita politica una volta chiamata democrazia cristiana, ce lo consenta sig. Miccichè!, alla vergogna delle numerose missioni di studio in giro per il mondo da parte delle autorità provinciali, regionali, comunali, spesso sperdute di fronte a realtà che non conoscono e si ostinano a non conoscere dal momento che la comunità siciliana là residente non ne è mai informata e viene messa al corrente soltanto dopo la visita, grazie ad un freddo comunicato stampa.
L’Altra Sicilia a questo proposito apre un’altra parentesi:
L’emigrazione siciliana, diventata piaga istituzionalizzata tale da essere regolamentata da leggi regionali che non riflettono più la realtà, necessita di essere adeguata ai cambiamenti in atto proprio per restituire dignità e considerazione all’emigrazione all’estero e farla uscire dal ghetto, affrancandola da mercantimilismo e partitocrazia.
Perchè allora non provvedere all’abolizione della legge 55 del 4 giugno 1950, e della legge 38 del giugno 1984?
Perchè non trascinare nella riforma i carrozzoni nati da queste leggi e da esse direttamente beneficiati a piene ganasce?
I patronati in primis, gli enti inutili dai mille colori che fanno sempre riferimento ai partiti che, somma iniura, obbligano alla sede in Sicilia, legittimando la disconoscenza delle esigenze delle comunità all’estero?
Perchè non semplificare le procedure burocratiche e consentire alla magistratura un monitoraggio dei fondi destinati all’emigrazione proprio per verificare se effettivamente vengano a vantaggio delle comunità all’estero e non di quegli enti inutili che hanno sperperato e sperperano quei fondi in gite turistiche, abbuffate e illusioni elargite a man bassa ?
Noi siciliani all’estero non ignoriamo certamente l’andirivieni dei valletti del potere che disconoscono le esigenze delle comunità siciliane nel mondo, che sperperano fondi che andrebbero destinati alla formazione dei giovani emigrati, ai corsi di lingua, all’assistenza degli anziani, agli accordi con gli enti locali per quote nazionali nelle case di riposo, alla scuola, alla formazione professionale, alla cultura.
E’ giunto il momento di cambiare la percezione del siciliano emigrato. E’ giunto il tempo di riappropriarsi della propria identità di cittadino a parte intera, sconfessando l’imbroglio del voto all’estero, quasi il cittadino emigrato appartenesse ad una specie inferiore, è giunto il momento di consenite il diritto di voto attivo e passivo ai siciliani della diaspora proprio per consentire nella futura Assemblea Siciliana la presenza di eletti dall’emigrazione e arrivare cosi’ alla consacrazione delle esigenze e delle richieste dei siciliani della Diaspora.
Ufficio stampa, L’Altra Sicilia
Sullo stesso argomento:
Lettera aperta al sig. Gianfranco Micciché, presidente dell’ARS
(17 luglio 2007)
Lettera aperta a Totò Presidente della Regione Siciliana
(24 agosto 2007)