De Gregorio, un politicante che vale TRECENTOMILA euro
Da un articolo, apparso sul Corriere della Sera il 27 luglio c.a., apprendiamo che il poco “onorevole” Sergio De Gregorio, presidente del movimento “Italiani nel mondo”, lo stesso che si voleva presentare candidato sindaco di una città che forse conosce solo sulla carta geografica e dove è riuscito a inserire una sola lista che d’ “italiani nel mondo”, a dispetto del nome del partito e delle sue finalità, non ne conteneva neanche l’ombra, sarebbe a stipendio del cavaliere.
Ricordiamo, per la cronaca, che De Gregorio è quello stesso furbacchione che si è fatto eleggere con la lista Di Pietro e subito dopo ha cambiato casacca…
Ebbene questo signore, a detta della stampa, avrebbe percepito dal signor Silvio Berlusconi, il grande magnate dei monopoli italiani, a partire da quello televisivo, la modica cifra di TRECENTOMILA EURO (300.000) per organizzare il “partito degli italiani nel mondo”, lui che nemmeno sa cosa significhi emigrare…
Vorremmo ricordare al De Gregorio ed al suo sponsor ufficiale che alle ultime elezioni politiche il “Partito degli Italiani nel Mondo”,legalmente costituito, con sede in Svizzera, era presente, nella circoscrizione Europa, e aveva ottenuto alla camera ed al senato poco piu’ del 2%.
Al sig. Berlusconi ci corre l’obbligo di ricordare che il suo amico De Gregorio stando a quanto riportato dai media, nel giugno 2007 è stato messo sotto inchiesta per il reato di riciclaggio, con l’aggravante di aver agevolato un’associazione mafiosa. (De Gregorio sotto accusa per riciclaggio, articolo de “Il Corriere della Sera” del 6 giugno 2007).
Abbiamo imparato tutti che l’arroganza di questi nuovi politicanti non ha limiti, ma quello che fa più male è che trova nel sistema giudiziario forme di collaborazioni tali che permettono loro di fare il proprio comodo, in barba alla legge e alla loro reputazione, divenuta ormai un “optional”.
Bis repetia, in un articolo a firma di Barbara Romano, apparso in questi giorni sul quotidiano Libero, il nostro uomo dichiara : “Farò vincere Berlusconi E gli costo meno di Rotondi”, facendo balenare la convinzione che anche il sig. Rotondi, quello della “Nuova democrazia cristiana per le autonomie”, sia nel libro paga del sig. Berlusconi.
Allora cosa c’è dietro? Chiaro come il sole! Berlusconi ha capito che gli italiani nel mondo, pur se da sempre esclusi da tutto, lo hanno fatto perdere e, invece di venire davvero incontro alle loro legittime richieste ha ben pensato di comprarseli, come ha fatto con non pochi residenti in Italia.
Ma il Cavaliere ha fatto male i suoi conti e sta sperperando inutilmente il “suo” patrimonio accumulato in tanti anni all’ombra del potere politico e poi con la sua indiscutibile perizia.
Gli emigrati e i loro discendenti non sono condizionabili come dei pezzenti anche se ci possono sempre essere delle eccezioni a confermare la regola.
Noi mettiamo gli italiani all’estero sull’avviso. Può darsi poi che qualcuno abbocchi, ma l’operazione è destinata, nel complesso, a fallire perché gli italiani all’estero si sono fatti fregare una volta e non ripeteranno più la triste esperienza.
Vogliamo poi ricordare al sig. De Gregorio, oltre a cambiare le registrazioni ormai vecchie e logore della sua sedicente televisione via satellite, che i tanto sbandierati promotori del made in Italy nel mondo sono per tre quarti proprio SICILIANI!
Un popolo cacciato dalla terra dei propri avi per il malgoverno di una classe di politicanti corrotti e imbelli in combutta con gli sfruttatori esterni della sua stessa terra; un popolo che nonostante tragedie sofferenze e sacrifici è riuscito a catturare il rispetto dei Paesi ospitanti senza chiedere niente a nessuno; un popolo che i vari Berlusconi, De Gregorio, Casini o i tanti Cuffaro non riusciranno a comprare per un piatto di lenticchie…
Un popolo che, la prossima volta, non sarà fermato da nessuno. Man mano che i Siciliani nel mondo, unitamente a quei meridionali che costituiscono quasi per intero il restante quarto dell’emigrazione italiana, prenderanno consapevolezza della loro identità come popolo non lasceranno a nessun emissario dei corrotti partiti romani la propria rappresentanza nelle istituzioni italiane e manderanno in Parlamento invece loro rappresentanti che, forse sì, questa volta risolveranno dall’estero la nostra secolare Questione.
Alle prossime elezioni quindi, con l’aiuto di Dio, L’Altra Sicilia ripresenterà candidati in tutte le circoscrizioni.
Per le “istituzioni siciliane”, le stesse che ci costringono nel mondo a nascondere la nostra origine per vergogna di essere additati come “mafiosi”… e per i loro alleati e mandanti nella Penisola ci saranno solo fischi, pernacchie e sputi quando cercheranno di affacciarsi dalle nostre parti per chiederci il voto.
L’unica soluzione che consigliamo loro è quella di adoperarsi, prima della scadenza del governo Frodi & co, a toglierci il diritto di voto, perché se ritenessero di poterci battere nelle urne, con lo sdegno che il politico desta nel nostro Nord lontano, firmerebbero si’ il riscatto della Sicila e del meridione d’Italia.
Ufficio stampa
L’Altra Sicilia- al servizio della Sicilia e dei Siciliani della diaspora