Lettera aperta al sig. Gianfranco Micciché, presidente dell’ARS
Bruxelles, 17 luglio 2007
Egregio Presidente, esordisco come lo avrebbe fatto il Principe De Curtis, in arte Toto’, non certamente quel Toto’ riconosciuto come famoso quaquaraquà per le cose dette e mai mantenute: “Ma mi faccia il piacere…”
Leggo che Lei insorge perché quei lestofanti che siedono, disonorandolo, nel più antico parlamento del mondo, vogliono mantenere la tradizione del voto segreto come ai tempi dei Beati Paoli, epoca in cui il giustiziere poteva trovarsi a fianco di quello che lo denunziava.
Ma perchè si indigna? o almeno finge di indignarsi?
Ben altre sarebbero le battaglie che dovrebbe intraprendere un Presidente SICILIANO.
No Presidente, speriamo per poco ancora, sono i comportamenti tenuti da quanti che come Lei si sono succeduti alla carica della presidenza di questa assemblea che discreditano l’importanza e il valore di questa una volta gloriosa assemblea.
Lei dichiara “Se sul ddl elettorale siciliano mi chiederanno il voto segreto, pubblichero’ i nomi perche’ si deve sapere chi e’ quel deputato o quel gruppo che non ha il coraggio di votare apertamente contro e si vuole nascondere dietro il voto segreto nell’iter della definizione di una legge che costituirebbe un fondamento di democrazia per cinque milioni di siciliani “( sono parole sue).
Sottolineo 5 milioni? Lei continua, come tanti altri a dire delle solenni castronerie. Le ricordo che, compreso me che le sto scrivendo, ci sono altri dieci milioni di Siciliani nel mondo che aspettano di essere riconosciuti tali non solo da una classe politica che si ricorda di loro soltanto quando debbono andare in vacanza in giro per il mondo con mogli, figli e amanti a sperperare bilanci regionali ai quali i siciliani che vivono ed operano fuori dall’Isola contribuiscono con rimesse e valore aggiunto ingenti, quei soldi che con tanto amore quei siciliani che avete sempre vilipendiato vengono tutti gli anni a spendere nella propria terra ed alla fine rimangono sempre millantati e discreditati.
Le ricordo che fino a quando L’Altra Sicilia esisterà, non smetteremo mai di indicare ai Siciliani della diaspora, ma anche a quelli dell’interno, le malefatte e gli abusi di una classe politica unita, a dispetto delle differenze ideologiche, impegnata a sfruttare i siciliani.
Siamo certi che, grazie alla nostre denunce, sta arrivando il momento di un cambio epocale, un cambio che metterà questa classe politica siciliana fuori gioco e rimetterà il siciliano al centro del suo proprio destino, capace di votare e fare votare le persone giuste per il riscatto civile, morale e politico della nostra terra.
Francesco Paolo Catania
Presidente L’Altra Sicilia