Nuovo piano di indebitamento per i cittadini
Al sig. Presidente della Regione Siciliana
Al sig. Presidente dell’Assemblea Regionale
E.p.c. Agli Organi d’informazione
Oggetto: ulteriore indebitamento per i cittadini Siciliani.
E’ consolidata la conoscenza di tutti che nello scacchiere europeo gli italiani pagano i più alti tassi di interesse, ed in modo particolare i Siciliani che dall’unità d’Italia sono costretti a sottostare a un sistema creditizio vessatorio poiché qui in Sicilia il costo del denaro è da sempre il più alto esistente tra i paesi più industrializzati del mondo, d’altronde non può essere diversamente, nulla è cambiato dalla dominazione romana che inventò proprio qui in Sicilia l’usura.
Oggi ci ritroviamo in una fase estremamente critica con i finanziamenti al consumo, che in molti casi sono veri e propri finanziamenti per la sopravvivenza.
Ciò, da vita ad una situazione allarmante e contemporaneamente lascia prefigurare un piano volto ad opprimere, ancora di più, intaccando sostanziosamente l’economia domestica siciliana in larga parte già in pieno affanno.
In conseguenza alla forte domanda di finanziamenti, gli istituti di credito, prendendo atto di questo trend crescente nel settore dei finanziamenti al consumo, hanno innalzato oltremodo la soglia di guardia riguardante i tassi di interesse per i piccoli finanziamenti, applicando tassi alla soglia dell’usura e comunque in assoluto i più alti nei paesi dell’area euro.
Infatti, le “povere” banche italiche, secondo dati diffusi dalla “casamadre” Bankitalia in relazione al famigerato rapporto credito al consumo/pil (prodotto interno lordo), risultano meno competitive rispetto alle consorelle estere:
A questo punto la geniale idea partorita recentemente dai nostri banchieri è quella di recuperare la fantomatica competitività, puntando all’aumento dei crediti al consumo e nel contempo incrementare, vertiginosamente, l’indebitamento dei cittadini.
La domanda sorge spontanea: chi pensa invece alla “competitività” dei cittadini che fra debiti, precariato diffuso, disoccupazione, suicidi per insolvenza sta attraversando un tunnel sempre più scuro da cui non si intravede alcuna luce di speranza? La cosa raggelante è che su questo programma dovrà controllare la Banca d’Italia, il cui consiglio di amministrazione è zeppo di banche private, la quale a detta del governatore Mario Draghi, vigilerà con fermezza su eventuali speculazioni. Come dire, non preoccupatevi gente penseremo noi ad autocontrollarci.
Certamente, nei prossimi anni assisteremo al definitivo collasso economico dell’intera economia dell’isola ove il crescente stato di bisogno conduce per mano a richiedere finanziamenti e già si è giunti a richiedere finanziamenti per pagare altri finanziamenti e quanto potrà durare ? poi vi sono la stragrande maggioranza di operatori economici che per far fronte alle tasse sono costretti a richiedere scoperture o extra fidi nella speranza che l’economia si riprenda, per non parlare di quanti sono già vittime dell’usura.
La Sicilia, a differenza di tutte le altre regioni italiane avrebbe se lo volesse, potestà di legiferare sul sistema creditizio. E oggi più che mai, stante a quelle migliaia di commercianti, imprenditori economici, artigiani, operatori e comuni cittadini, che sono travolti da un sistema bancario perverso: con il Banco di Sicilia in testa, ove praticano il più alto costo del denaro esistente nel mondo industrializzato, scaricano sui siciliani che lavorano oneri gestionali incontrollabili, speculazioni, manovre occulte e favoritismi politici e non.
Il Banco di Sicilia s.p.a. oggi e unitamente alla ex Cassa Centrale di Risparmio Vittorio Emanuele ieri, con il loro pessimo esempio hanno dato e danno manforte alle altre banche. Non ci sembra, pertanto, un caso che dilaghino in Sicilia le Banche del Nord Italia, che a loro volta praticano tassi più alti di quelli che praticano nel settentrione, né ciò ci meraviglia, ma ci danneggia e ci offende il fatto che “ usura e pizzo” abbiano trovato proprio qui in Sicilia il terreno più fertile per la loro crescita criminale, pugnalando un corpo sociale quasi vinto ed un tessuto imprenditoriale indebolito e già aggredito da mille problemi.
Non va trascurato il fatto che tra qualche settimana, ci troveremo con aziende seriamente compromesse in conseguenza ai trasferimenti del t.f.r. (trattamento di fine rapporto) per il quale le aziende saranno costretti a privarsi e rimpiazzare attraverso richieste di finanziamento, che non sempre le banche concedono e pertanto c’è il rischio che molte aziende che hanno molto da dire sul mercato anche in termini di occupazione potrebbero essere costrette a chiudere con tutte le conseguenze immaginabili.
In atto, le conseguenze più dirette che i siciliani vivono continuamente sulla loro pelle sono le seguenti:
– un sistema di credito bancario divenuto inaccessibile in termini di prezzo e di formalità di concessione accompagnata da un contenzioso basato sullo spoglio e sulla sopraffazione, dando vita a un continuo e progressivo aggravarsi del sottosviluppo e di una disoccupazione da dopoguerra; accompagnata da un espandersi delle attività criminali, che traggono profitti dalle disgrazie di poveri cittadini che si vedono spogliati dai propri beni di valore sempre smisuratamente più alto dei crediti vantati dalle banche e noi tutti facciamo finta di niente anche quando si legge sui giornali “ Aste Truccate – Avrebbero incassato soldi per favorire l’assegnazione di immobili all’asta, simulando anche il falso interessamento di terzi che sarebbero stati fatti ritirare dopo il pagamento di una tangente”, situazioni che imprenditori e non subiscono spremendosi oltre ogni limite, indebitandosi, rovinando la loro esistenza e sacrificando perfino la stessa vita come è ben noto.
Va ricordato a tal uopo le svariate migliaia di miliardi che la regione ha bruciato nei rifinanziamenti delle maggiori banche siciliane non per ultimo i mille e ottocento miliardi bruciati nella Sicilcassa poi costretta a chiudere ed essere assorbita dal confratello Banco Di Sicilia, con il soldo dei siciliani si è voluto sempre alleggerire i debiti delle due maggiori banche locali accumulati in decenni di “allegra” gestione e dl negazione dello sviluppo.
E’ ora di dire basta!
E’ indispensabile che il popolo siciliano si opponga a tale situazione alzando la testa come é già avvenuto in altre occasioni della nostra storia civile, spezzando questa catena indegna.
Il metodo vessatorio deve essere contrastato e sconfitto proprio a partire dalle banche siciliane, con una forte protesta ed una proposta altrettanto forte.
Le banche né in Sicilia e né altrove possono seguire la “logica” degli usurai.
CHIEDIAMO
Che l’Assemblea Regionale Siciliana avvalendosi delle facoltà previste dall’art. 17 ( Entro i limiti dei principi ed interessi generali cui si informa la legislazione dello Stato, l’Assemblea regionale può, al fine di soddisfare alle condizioni particolari ed agli interessi propri della Regione, emanare leggi, anche relative all’organizzazione dei servizi, sopra le seguenti materie concernenti la Regione: lettera e) DISCIPLINA DEL CREDITO, delle ………………………………………;) ed ove occorra anche di quelle dell’art. 18 (L’Assemblea regionale può emettere voti, formulare progetti sulle materie di competenza degli organi dello stato che possono interessare la Regione, e presentarli alle Assemblee legislative dello Stato.) dello Statuto affinché vari una nuova regolamentazione legislativa su tutta la politica creditizia che abbia i seguenti punti cardini:
– Costo del denaro ai livelli del Nord d’italia, recuperando quel divario di cui si parla troppo spesso senza mai toccare i nodi reali della questione.
– Moratoria straordinaria dei contenziosi bancari per tutte le categorie componenti il corpo sociale ed economico della Sicilia, riferita all’ultimo ventennio, con la sospensione di tutti i procedimenti esecutivi in corso e l’applicazione retroattiva in tali casi del tasso d’interesse legale, su base esclusivamente annua.
Istituzione di un’Authority delegata al controllo ed alla corretta applicazione della moratoria e dotata del potere necessario a porla quale” collegio arbitrale nelle controversie con le banche”.
Non si può perdere altro tempo.
E’ necessario, infatti, dare un concreto apporto immediatamente alla rinascita dell’economia della Sicilia ormai allo sfascio.
E’ doveroso anche dare fiducia agli operatori siciliani, rispettandone la professionalità ed Incoraggiandone gli investimenti ed il lavoro. E il momento di restituire finalmente serenità alle famiglie stimolando nuove prospettive di sviluppo, di progresso e di avvenire migliore per i giovani siciliani.
Dobbiamo fare presto! La Sicilia onesta e produttiva non può aspettare ancora!
Non perdiamo l’occasione di mostrare che l’Autonomia Siciliana può e deve essere uno strumento di democrazia e di progresso al servizio del popolo siciliano.
Vogliamo l’applicazione integrale dello Statuto Speciale
Siracusa 08 giugno ’07
Partito Autonomista Siciliano
Il Segretario Regionale
Partito Autonomista Siciliano
Segreteria Regionale
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