Perche’ no al ponte sullo stretto (di Cettina Giannetto)
Gentili signori Preta,Catania,
vi mando una copia di una lettera scritta a metà
febbraio che ho inviato al Corriere della Sera
(pubblicata abbastanza cambiata il 22-02-01) ed al
presidente della repubblica (l’avrà letta?) dove
esprimo il mio dissenso a tutto ciò. Ho visto che
anche voi, con parole forse migliori delle mie,
esprimete lo stesso sentimento.
Preciso che il mio è
un libero sfogo di cittadina, che non sto con nessun
partito (dopo la pubblicazione della lettera mi hanno
scritto di tutto), che non appoggio nè demolisco
nessuno, la penso così e basta.
CG
Sono una messinese assolutamente contraria al ponte
sullo Stretto. Espongo i miei motivi:
Il primo tra tutti riguarda le INFRASTRUTTURE. Mi
chiedo: ma la gente sa che in Sicilia non sono mai
state completate le autostrade? Che la
Messina-Siracusa termina a Catania? Che la
Messina-Palermo finisce dopo Termini Imerese ? Per non
parlare del raggiungimento dei centri minori interni
all’isola…E che le linee ferroviarie (con che
carrozze, altro che Pendolini ES!) sono praticamente
inesistenti? Dove andrebbe questo traffico in più? Ad
intasare ulteriormente le statali…e Messina, Reggio
C. e Villa S.G. diventerebbero solo un casello
autostradale, dove si paga un pedaggio e via (altro
che “nuovo turismo” per le due città!). Quante cose si
potrebbero fare con gli stessi soldi!!
Si dice che le MERCI SICILIANE VERREBBERO ESPORTATE
PIU’ IN FRETTA: con quali strade ? Si risparmierebbero
quei 40 minuti circa di traversata con le navi
traghetto, ma non ci sarebbero lo stesso le file ai
“caselli” nei giorni di punta?E l’IMPATTO AMBIENTALE?
Sarebbero completamente distrutte (o meglio sostituite
dai tiranti e dai pilastri) le zone siciliane di
Ganzirri e P.Faro, gioiello panoramico e
paesaggistico, con particolare flora e fauna. Sentendo
un intervista alla trasmissione Sciuscià un esperto di
fauna dello Stretto diceva che sarebbe sicuramente
compromessa una parte dell’ecosistema ittico se si
piantassero piloni in fondo al mare…Del resto un
ponte a gettata unica, con lo scirocco che solitamente
alita su Scilla e Cariddi non sarebbe una bella
soluzione…E quello sommerso? Nella Manica, alla
fine, dopo tutti i soldi spesi, la gente va più con
l’aereo o con la nave piuttosto che sott’acqua. E GLI
APPALTI? Si calcola che il 40% andrebbe a finire alla
mafia…E i miliardi già utilizzati senza che sia mai
stata messa una pietra? Va bene i progetti, ma il
resto? Se questi soldi (settemila miliardi!!)
venissero utilizzati per raddoppiare corsie,
aggiustare autostrade, sistemare “l’aeroporto dello
Stretto” ? Compiamo quelle opere, poi si può parlare
di ponte!
Ho sentito sconsolata per radio delle interviste a
miei concittadini (e dirimpettai) favorevolissimi al
ponte. Uno dei motivi di tale propensione è che
“ARRIVEREBBE IL LAVORO CHE NON C’E’ MAI STATO”. Forse
questa gente non pensa che gli ingegneri, architetti,
geometri, ecc. sarebbero reclutati sul posto solo in
minima parte (le società che forniscono acciaio,
cemento, materiale di costruzione in genere sono tutte
del nord o estere ed hanno già il loro personale!). A
meno che non si parli di manovalanza…E dopo la
costruzione? Certo ci sarebbe qualche posto di lavoro
in più ma ben lontano, come numero, per risolvere il
problema disoccupazione in Sicilia e Calabria.
E pensare che basterebbe riorganizzare ed aumentare il
numero di navi (private e FS) durante i giorni “caldi”
(luglio/agosto,Natale, in totale circa 30 giorni
annui…).
Distinti saluti
Cettina Giannetto, Milano